Descrizione
San Pietro di Feletto, territorio ricco d’arte, natura, ed enogastronomia
San Pietro di Feletto è un Comune di poco più di 5 mila abitanti che sorge sui rilievi ricamati da vigneti a nordovest di Conegliano. Dalle sue colline, lo sguardo spazia a sud sulla pianura metropolitana, a ovest sulla curva gentile del Montello, a nord sulla cinta delle Prealpi trevigiane, con le cime tranquille del Pizzoc e del Visentin.
Il toponimo Feletto deriva dal latino filix “felce”, in riferimento alla boscosità del territorio, ricco di robinie e castagni.
Il Comune è articolato in cinque frazioni: Rua, dal 1830 diventata capoluogo e sede municipale; San Pietro, che dà il nome alla civica comunità e custodisce la preziosa pieve millenaria; Santa Maria, parrocchia autonoma fin dagli inizi del ’500; Bagnolo, unica frazione a valle, che prende il nome da un’antica famiglia del luogo e San Michele, con la sua antica chiesetta; in quest’ultima frazione si trova la località Crevada che prende il nome dall’omonimo torrente.
Il territorio, punteggiato da filari di viti che si tingono di verde-smeraldo in primavera e giallo-oro in autunno, è disseminato di numerose testimonianze del suo passato medievale, come Borgo Anese, grazioso borgo rurale, e l’Antica Pieve con gli affreschi ottimamente conservati.
La storia del Comune è fortemente legata a quella del suo edificio religioso più importante. Inizia probabilmente attorno al VII-VIII secolo quando fu eretta la chiesa di San Pietro, forse sulle rovine di un tempio pagano. Il luogo sacro, attorno al quale si formò un primo nucleo abitato, divenne rapidamente sede di una potente pieve, la cui giurisdizione si estendeva, oltre che sul Feletto, anche su Formeniga, Collalbrigo e Refrontolo. Attorno all’XI secolo essa venne donata al vescovo di Belluno, per passare poi alla consorteria di Conegliano. Seguirà poi le sorti di quest’ultima passando più tardi alla Serenissima.
La Pieve di San Pietro di Feletto è dunque una fra le più antiche e preziose della zona, assisa su un’altura da dove si gode un panorama mozzafiato. La gradinata centrale introduce al portico, un tempo luogo di ritrovo e sede di incontri politici, economici e religiosi. Qui si possono ammirare due splendidi affreschi: il trecentesco Cristo della Domenica, circondato dai numerosi attrezzi che venivano usati nei campi, e la Vergine con il Bambino e Sant’Antonio Abate. All’interno, lo spazio più suggestivo è senz’altro la cappella di San Sebastiano, interamente affrescata (le opere sono posteriori al 1471 e furono realizzate per volontà testamentaria del piovano di allora), che ospita la fonte battesimale.
Ricca di affreschi è anche la navata centrale dove sul lato destro sono rappresentati Sansone e i dodici articoli del Credo apostolico e a sinistra alcuni santi, l’Annunciazione e l’Adorazione dei Magi. Dall’abside domina un intenso Cristo pantocratore, circondato dagli apostoli.
Tutti i dipinti hanno beneficiato di un completo restauro tra il 1998 e 2002, il quale consente oggi di godere delle suggestioni coloristiche originarie.
L’altro luogo simbolo del paese è l’ex eremo camaldolese di Rua sul colle Capriolo, che mantiene ancora oggi in buona parte la sua struttura con quattro celle monastiche (erano 14 in origine) e il corpo centrale, un edificio del ’500 appartenente alla nobile famiglie Del Giudice, oggi sede del municipio. L’eremo nacque per volontà di Alvise Canal che nel 1665 donò l’area ai camaldolesi. Venne soppresso nel 1806, perdendo parte di quel fascino che lo caratterizzava, ma che oggi si può ancora immaginare.
Anche le chiese delle frazioni meritano una visita.
La chiesa di Rua nacque nel ’600 assieme al complesso dell’eremo, di cui era parte: l’aspetto attuale è frutto di modifiche che nei secoli ne hanno ampliato le dimensioni, decorato il timpano con statue e aggiunto il campanile.
La chiesa di Santa Maria, nell’omonima frazione, è consacrata alla Purificazione della Beata Vergine Maria. All’interno si trovano alcune delle ultime opere di Giovanni De Min (1859), nonché una pala d’altare del 1665, di autore ignoto, rappresentante i Quindici Misteri del Rosario, la Vergine Maria e i santi Caterina da Siena e Domenico, e l’organo ottocentesco del De Lorenzi.
La chiesa di San Michele, di piccole dimensioni, situata lungo la strada che collega Parè e Santa Maria, è il rifacimento di un edificio religioso esistente già dal ’300. All’interno è custodita un’opera attribuita a Palma il Giovane e realizzata nel XVI secolo.
La chiesa di Bagnolo è un edificio sacro moderno e di dimensioni contenute. Esternamente, presso l’adiacente cimitero, si può ammirare un piccolo campanile, di epoca precedente, la cui cella campanaria è aperta da bifore a tutto sesto.
La fede e la devozione popolare hanno lasciato segni tangibili nei tanti capitelli che punteggiano le contrade del Feletto. Da ammirare in particolare il capitello di Sant’Antonio, posto all’intersezione di via Colle con via Borgo Antiga, con pregevoli affreschi al suo interno; il capitello della Sacra Famiglia, lungo via Mire, che prende il nome dal dipinto che conserva raffigurante Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù; il più recente capitello della Madonna, posto in un parcheggio presso la rotatoria di via Mire, sotto il piccolo pronao in una nicchia contiene dipinta una Madonna col bambin Gesù.
Oltre che per l’arte e la rigogliosa natura, San Pietro di Feletto è noto per essere luogo di produzione di ottimo vino, il suo prodotto tipico per eccellenza, che la comunità “celebra” annualmente tra maggio e giugno con la Mostra del Vini di Collina nella terra del D.O.C.G.
Il Comune è attraversato dalla “Strada del vino bianco” nota anche come “Strada del Prosecco e dei vini dei colli di Conegliano-Valdobbiadene” e le sue cantine sono tra le più rinomate del territorio. A San Pietro predomina la produzione del Prosecco in un tutte le sue pregiate declinazioni: tranquillo, frizzante, spumante, brut ed extra dry. Ognuna di esse, dal 1° aprile 2010, porta con orgoglio il marchio D.O.C.G., il riconoscimento di un’eccellenza e di una tradizione apprezzata in tutto il mondo.
Il verde dei boschi, la qualità dei vini, l’amenità dei paesaggi, le colline dolci e percorribili a piedi, in bici, a cavallo fanno di San Pietro di Feletto una località molto ambita dal turista raffinato, che qui trova motivi di benessere del corpo e pace dello spirito.